Ufficio Stampa per il Cinema

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Ufficio Stampa per il Cinema

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Questo corso è pensato per chi vuole costruire ponti. Certo, potremmo dirvi che il nostro obiettivo è permettervi di comunicare al meglio un film o far emergere nella maniera giusta un certo regista alla sua opera prima. La verità, però, è che – scava, scava – come tutti coloro che si occupano di storie l’ufficio stampa crea dei ponti tra chi un film l’ha inventato e chi non può fare a meno di correre a vederlo. Quindi, se l’idea di essere un po’ ingegneri ma anche un po’ operai fa per voi, pensiamo che in queste lezioni possiate trovare qualche strumento utile all’impresa.

  • Attestato di partecipazione
  • Pagamenti sicuri
  • Accesso per 30 giorni

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Pagamenti sicuri con
  • 1.1 La prima visione: quando è (o non è) amore a prima vista
  • 1.2 Uno studio matto e disperatissimo
  • 1.3 Proprio come Picasso: l’arte di destrutturare un film
  • 2.1 Come una sfida a Cluedo: la stategia di comunicazione
  • 2.2 I rapporti col marketing, ovvero l’interazione con i “ministri” con portafogli
  • 2.3 Cosa chiede il cliente, cosa chiede il film
  • 3.1 Scrivere un comunicato stampa (che qualcuno non veda l’ora di leggere)
  • 3.2 Cliffhanger sì, Cliffhanger no
  • 3.3 Sembra incredibile, ma bisogna ricordarlo ancora: storia (della mancanza) delle 5 W
  • 4.1 Gli artisti, i registi, gli attori, i produttori, ovvero i pranzi di famiglia
  • 4.2 Giornalisti/Blogger/Influencer: la (talvolta sottile) linea rossa
  • 4.3 I colleghi uffici stampa o “essere sulla stessa barca”
  • 5.1 Il collezionista di articoli, storia di un’ossessione
  • 5.2. Stampata o non stampata: that is the question
  • 5.3 Quantità, qualità: una dieta bilanciata
  • 6.1 Storia di un mestiere soprattutto femminile: una riflessione
  • 6.2 Prendersi cura di un film, ma non solo. L’ufficio stampa ieri, oggi, domani
  • 6.3 Uno, nessuno, centomila: quando i film di cui ci siamo occupati prendono insieme il tè delle cinque

Avete in mente gli antichi rapsodi greci? Quei cantori di storie, rimasti per lo più anonimi, che trasmettevano di generazione in generazione i canti epici che ben conosciamo? Come ci insegnavano a scuola, i rapsodi erano “cucitori” di storie. Sarti di narrazioni, per così dire. Che si impegnavano a trasmettere e riportare antiche leggende e saperi in giro per il paese. Se dovessimo trovare un paragone aulico, ecco forse questo sarebbe il migliore in riferimento al lavoro di Ufficio Stampa. Di fatto: raccontiamo storie. Cerchiamo il modo giusto per farle ascoltare (e guardare), rendendole interessanti agli occhi di chi osserva, in parte diverse del mondo. Raccontare una storia scritta da altri significa essere anche un po’ equilibristi: si getta una corda dall’altra parte (magari si crea un ponte) e la si attraversa con attenzione per arrivare indenni sull’altra sponda. Oppure, detto in modo più contemporaneo, si diventa dei mediatori culturali, cercando di trasferire il sentire di un regista allo sguardo del suo pubblico nel modo più genuino e sincero possibile. Ma tenendo sempre in mente un insegnamento prezioso (dedicato all’arte della traduzione, ma il campo è limitrofo) del geniale Borges: l’orginale è sempre infedele alla traduzione. Ecco: a volte per dire proprio la stessa cosa (dopo aver studiato moltissimo l’originale, beninteso), bisogna essere anche un po’… infedeli. In questo corso, proveremo a capire come.