Le 25 Canzoni di Bob Dylan da Ascoltare Prima di Vedere A Complete Unknown

Per prepararsi alla visione di A Complete Unknown, il biopic su Bob Dylan diretto da James Mangold, è essenziale immergersi nel mondo musicale e culturale che il film esplora. Non si tratta solo di ascoltare le canzoni, ma di comprenderne il contesto storico e l’impatto che hanno avuto. Questa guida ti accompagnerà in un viaggio sonoro che ripercorre le tappe fondamentali della carriera di Dylan, con approfondimenti che collegano la musica agli eventi e ai personaggi rappresentati nel film.
Le Radici del Folk (1961-1963)
Il viaggio inizia con le prime composizioni di Dylan, profondamente influenzate dalla tradizione folk americana e dall’ammirazione per Woody Guthrie.
«Song to Woody» (1962) è un omaggio al suo idolo e mentore. Nel film, questa canzone è legata a una scena intima in cui Dylan (interpretato da Timothée Chalamet) studia i testi di Guthrie in un locale del Greenwich Village. L’accordatura open D utilizzata da Chalamet replica fedelmente quella dell’originale, sottolineando l’autenticità della rappresentazione. Questo brano cattura lo spirito giovanile di Dylan, ancora alla ricerca della sua voce.
Con «Blowin’ in the Wind» (1963), Dylan diventa la “voce di una generazione”. Nel film, la canzone viene reinterpretata come un duetto tra Dylan e Joan Baez (Monica Barbaro), invertendo il ruolo storico: qui è Baez a cantarla per prima, provocando un confronto artistico tra i due. La versione cinematografica rallenta leggermente il tempo per enfatizzare la solennità del testo.
Un altro brano imprescindibile è «A Hard Rain’s A-Gonna Fall» (1963), che nel film accompagna una marcia per i diritti civili con uno stile visivo ispirato al cinéma vérité. La profondità poetica della canzone viene amplificata dalle immagini delle Smoky Mountains, creando un legame tra musica e paesaggio.
La Svolta Elettrica (1964-1965)
Con l’avvicinarsi del 1965, Dylan abbandona gradualmente il folk acustico per abbracciare sonorità elettriche, provocando una spaccatura nella comunità musicale.
«The Times They Are a-Changin’» (1964) rappresenta il punto di svolta. Nel film, la canzone viene suonata da un jukebox mentre Dylan firma contratti discografici, simboleggiando l’inizio della sua trasformazione artistica. La scelta registica di alternare strofe cantate in mono e stereo riflette simbolicamente la transizione tecnologica dell’epoca.
La celebre «Mr. Tambourine Man» (1965) viene eseguita in una scena notturna ambientata in un fienile, con effetti di luce stroboscopica che evocano l’atmosfera psichedelica dei primi anni Sessanta. Il fingerpicking registrato in presa diretta aggiunge autenticità alla performance.
Il climax del film arriva con «Like a Rolling Stone» (1965), ricreata durante l’esibizione al Newport Folk Festival. La scena utilizza 42 microfoni sul palco e una telecamera steadycam per trasmettere l’energia esplosiva del momento. La versione cinematografica accorcia leggermente il brano rispetto all’originale per esigenze narrative, ma mantiene intatta la sua potenza emotiva.
Collaborazioni e Rivalità
Il film esplora anche le relazioni artistiche di Dylan, in particolare quella con Joan Baez e Pete Seeger.
La rivalità tra Dylan e Baez emerge chiaramente nel duetto su «House of the Rising Sun», dove Dylan modifica deliberatamente l’armonia per sovrastare Baez. Questa dinamica competitiva viene accentuata dalla scelta registica di escludere la celebre versione degli Animals per focalizzarsi sul contesto folk.
Un altro momento significativo è l’esecuzione di «Wimoweh (Mbube)» da parte di Pete Seeger durante un workshop didattico. Nel film, questa performance rappresenta un contrappunto ideologico tra la purezza del folk tradizionale e l’approccio innovativo di Dylan.
La presenza di Johnny Cash è celebrata attraverso «Folsom Prison Blues», cantata in una scena onirica dove Dylan osserva Cash in controluce. Questo momento anticipa l’incursione di Dylan nel country con Nashville Skyline.
Il Contesto Storico-Musicale
Il film non si limita a raccontare la storia personale di Dylan ma si immerge nel contesto culturale più ampio degli anni Sessanta.
Con «This Land Is Your Land», Woody Guthrie diventa il simbolo dell’attivismo politico-musicale dell’epoca. La scena mostra Seeger che esegue il brano durante un sit-in, alternando primi piani sulle mani che suonano il banjo e sulle scarpe dei poliziotti presenti sul posto.
Un altro brano chiave è «Silver Dagger» di Joan Baez, utilizzato come sottofondo mentre Dylan acquista il primo album della cantante in un negozio di dischi. La scala dorica usata nella melodia influenza direttamente alcune delle prime composizioni di Dylan.
I Brani Inediti e le Scelte Registiche
Il finale del film lascia spazio alla riflessione con «It’s All Over Now, Baby Blue», mixata in quadrifonia per creare un effetto immersivo. La scena mostra Dylan che fuma in silenzio mentre scorrono i titoli di coda, sottolineando il distacco emotivo dell’artista dal mondo che lo circonda.
Un altro momento toccante è l’esecuzione onirica di «Dusty Old Dust», dove Dylan canta al capezzale di Woody Guthrie morente. Questa scena collega simbolicamente l’eredità musicale di Guthrie al futuro innovativo rappresentato da Dylan.
Infine, il montaggio dialettico tra immagini d’archivio della British Invasion e la solitudine creativa di Dylan è accompagnato da «All Day and All of the Night» dei Kinks, pitch-shiftata a 432 Hz per evocare un senso subliminale di ritorno alla natura.
Conclusioni: Un Viaggio Sonoro Indimenticabile
Prepararsi alla visione di A Complete Unknown significa non solo ascoltare queste canzoni ma immergersi nell’universo culturale che hanno contribuito a plasmare. Ogni brano racconta una storia a sé stante ma fa anche parte di un mosaico più grande: quello della trasformazione artistica e personale di Bob Dylan.
Attraverso questa guida sonora, potrai apprezzare meglio le scelte narrative e registiche del film, cogliendo le sfumature che rendono questo biopic un’esperienza unica non solo per i fan di Dylan ma per chiunque ami la musica come forma d’arte universale.