Ufficio stampa per il cinema

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Avete in mente gli antichi rapsodi greci? Quei cantori di storie, rimasti per lo più anonimi, che trasmettevano di generazione in generazione i canti epici che ben conosciamo? Come ci insegnavano a scuola, i rapsodi erano “cucitori” di storie. Sarti di narrazioni, per così dire. Che si impegnavano a trasmettere e riportare antiche leggende e saperi in giro per il paese. Se dovessimo trovare un paragone aulico, ecco forse questo sarebbe il migliore in riferimento al lavoro di Ufficio Stampa. Di fatto: raccontiamo storie. Cerchiamo il modo giusto per farle ascoltare (e guardare), rendendole interessanti agli occhi di chi osserva, in parte diverse del mondo. Raccontare una storia scritta da altri significa essere anche un po’ equilibristi: si getta una corda dall’altra parte (magari si crea un ponte) e la si attraversa con attenzione per arrivare indenni sull’altra sponda. Oppure, detto in modo più contemporaneo, si diventa dei mediatori culturali, cercando di trasferire il sentire di un regista allo sguardo del suo pubblico nel modo più genuino e sincero possibile. Ma tenendo sempre in mente un insegnamento prezioso (dedicato all’arte della traduzione, ma il campo è limitrofo) del geniale Borges: l’orginale è sempre infedele alla traduzione. Ecco: a volte per dire proprio la stessa cosa (dopo aver studiato moltissimo l’originale, beninteso), bisogna essere anche un po’… infedeli. In questo corso, proveremo a capire come.

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Milanese, di formazione umanistica, da vent’anni lavora come promotrice culturale, ricercatrice e professionista indipendente operando tra editoria, letteratura, cinema e arte con My Com Factory, studio dedicato all’ideazione, alla progettazione e alla comunicazione di contenuti culturali. Dal 2010 è la Responsabile Comunicazione di Nexo Digital, produttore e distributore cinematografico che di recente ha anche lanciato la sua piattaforma in streaming Nexo+.