Cannes 2025: Il Trionfo del Cinema Politico e la Delusione Italiana

Jafar Panahi conquista la Palma d’Oro mentre l’Italia resta a mani vuote

La 78ª edizione del Festival di Cannes ha consacrato il ritorno del cinema politico con la vittoria della Palma d’Oro da parte del regista iraniano Jafar Panahi per “It Was Just an Accident” (Un Simple Accident). Un trionfo storico che arriva dopo 15 anni di divieti di viaggio e prigionia, segnando solo la quarta volta nella storia in cui un regista vince tutti e tre i principali premi dei festival europei.

Una Cerimonia Tra Blackout e Resilienza

Il festival ha dovuto affrontare un’emergenza senza precedenti: un blackout di cinque ore causato da attacchi dolosi alla centrale elettrica di Saint-Cassien ha rischiato di far saltare la cerimonia di chiusura. Solo grazie ai generatori di emergenza del Palais des Festivals, la serata è proseguita regolarmente, diventando simbolo della resilienza dell’arte contro i tentativi di silenziarla.

I Vincitori Principali

Palma d’Oro: Un Capolavoro sulla Giustizia

“It Was Just an Accident” di Panahi, una coproduzione Iran-Francia-Lussemburgo, racconta la storia di cinque ex prigionieri che incontrano l’uomo che credono sia stato il loro torturatore. Con le interpretazioni di Vahid Mobasseri e Maryam Afshari, il film esplora temi di giustizia e perdono attraverso la lente dell’oppressione statale. La critica l’ha definito “un capolavoro attentamente custodito” che dimostra la capacità del cinema di accedere alle emozioni umane più profonde.

Grand Prix: L’Intimità Familiare di Trier

Il norvegese Joachim Trier ha conquistato il secondo premio con “Sentimental Value” (Affeksjonsverdi), un dramma familiare intimo con Stellan Skarsgård nei panni del regista Gustav Borg che tenta di riconciliarsi con la figlia Nora (Renate Reinsve). Il film ha ricevuto la standing ovation più lunga del festival: 19 minuti.

Altri Riconoscimenti di Rilievo

  • Miglior Regia: Kleber Mendonça Filho per “The Secret Agent”
  • Miglior Attore: Wagner Moura per “The Secret Agent”
  • Miglior Attrice: Nadia Melliti per “The Little Sister”
  • Premio della Giuria: condiviso tra “Sirat” di Oliver Laxe e “Sound of Falling” di Mascha Schilinski
  • Miglior Sceneggiatura: Fratelli Dardenne per “Young Mothers”

Italia: Forte Presenza ma Zero Premi

Nonostante quattro film nelle sezioni principali, l’Italia è tornata a casa a mani vuote per la prima volta negli ultimi anni. “Fuori” di Mario Martone con Valeria Golino, in concorso per la Palma d’Oro, ha ricevuto 7 minuti di applausi ma nessun riconoscimento dalla giuria presieduta da Juliette Binoche.

Nella sezione Un Certain Regard erano presenti:

  • “Testa o croce?” di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis
  • “Le città di pianura” di Francesco Sossai

La Quinzaine des Réalisateurs si è aperta con “Enzo”, coproduzione franco-italiana diretta da Robin Campillo con Pierfrancesco Favino.

I media italiani hanno reagito con titoli come “Niente da fare per l’Italia”, riflettendo la delusione diffusa. Gli esperti attribuiscono la scarsa performance a un periodo di transizione del cinema italiano, con ritardi governativi nella modifica degli incentivi fiscali che stanno rallentando la produzione.

Il Ritorno del Cinema Politico

La vittoria di Panahi è stata universalmente acclamata come una convalida del cinema politico in un’era di autoritarismo globale. Il film ha ottenuto il 100% su Rotten Tomatoes, con i critici che lo definiscono l’opera più accessibile e politicamente diretta del regista.

I temi dominanti tra i vincitori includono:

  • Resistenza politica
  • Trauma generazionale
  • Riconciliazione familiare
  • Questioni sociali contemporanee

Una Giuria Guidata da Binoche

La giuria presieduta da Juliette Binoche includeva nomi prestigiosi come Halle Berry, Jeremy Strong, Alba Rohrwacher, Payal Kapadia, Hong Sang-soo e altri. Il tributo di apertura di Binoche alla fotoreporter palestinese Fatima Hassouna, uccisa a Gaza con 10 membri della famiglia, ha dato un tono politico mantenuto per tutto il festival.

Controversie e Momenti Memorabili

  • Robert De Niro ha ricevuto una Palma d’Oro onoraria, criticando nel suo discorso le politiche cinematografiche di Trump
  • Nuove regole del dress code hanno vietato nudità e strascichi voluminosi
  • 200+ dipendenti del festival hanno protestato per le condizioni di lavoro durante la serata di apertura

L’Impatto Duraturo del Festival

Il 78° Festival di Cannes sarà ricordato per aver sostenuto la resistenza artistica contro l’autoritarismo, sopravvivendo letteralmente ai tentativi di silenziarlo attraverso attacchi alle infrastrutture. La vittoria storica di Panahi, ottenuta dopo anni di prigionia e divieti di viaggio, simboleggia il potere del cinema di trascendere l’oppressione politica.

Mentre le luci tornavano sulla Croisette dopo il drammatico blackout, così tornava la conferma della capacità immutata di Cannes di dare voce a coloro che le forze autoritarie tentano di silenziare, garantendo la continua rilevanza del festival in un mondo sempre più polarizzato.


Il Festival di Cannes 2025 ha dimostrato ancora una volta di essere non solo una vetrina per il cinema d’autore, ma un baluardo della libertà di espressione artistica in tempi difficili.

Lascia una risposta